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Mea e Gias, di sette e cinque anni, vorrebbero fuggire da casa. I loro genitori, Medea e Giasone, sono tutti presi dai propri conflitti, dal proprio dolore, e non si accorgono di quanto anche i figli stiano soffrendo. Giasone ha un nuovo amore e Medea, sola in un paese straniero, senza amici e senza lavoro, si sente disperata e depressa. Ma che cosa vuol dire separarsi? E perché succede? E come mai rispondere a certe domande dei piccoli per i grandi è così difficile? A Stoccolma, Svezia, nel 1975, tra gli spazi del Teatro Unga Klara e quelli delle scuole con cui lavoravano, Suzanne Osten e Per Lysander riscrissero la Medea di Euripide con i bambini. Volevano raccontare loro le tragedie dell'infanzia, prendere sul serio le esperienze dei piccoli e scrivere un dramma del destino sulla limitata possibilità di agire nel mondo dei grandi; attraversare con loro ogni possibilità di fuga dal dramma, per poi scoprire che la liberazione avviene a casa se finalmente si viene aiutati a comprendere la realtà. È nato così "I figli di Medea": un'opera divertente, profonda, importante, convincente; un esperimento di scrittura e teatro con i piccoli che appare ancora oggi unico e irripetibile. Età di lettura: da 6 anni.